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Don’t Waste, circolarità di pensieri e materiali

today10/01/2023 174 3

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Don’t Waste è uno store milanese dove non c’è spazio per lo spreco, ma tempo e spazio per l’acquisizione di consapevolezze e l’acquisto di capi d’abbigliamento e accessori vintage

Alla base del singolare progetto Don’t Waste, che ha un’espressione – seppur ridotta – nello store di indiscutibile attrattiva di Ripa di Porta Ticinese 117, c’è il motto “Re-use, Re-think, Re-cycle”. Semplice con la sua allitterazione e ripetitività e d’impatto, questo esordio del manifesto fondante di Don’t Waste riporta chiaramente qual è l’aspetto più importante: la circolarità dei pensieri e degli oggetti, che modifica radicalmente il senso dato alla propria vita e a quella degli altri, e aumenta l’impatto positivo delle proprie azioni sul benessere personale e collettivo.

Don’t Waste non è solo un negozio d’abbigliamento vintage, è uno store che vende un’idea, che promuove uno stile di consumo consapevole, in particolar modo dei capi d’abbigliamento e degli accessori, che una volta utilizzati, rigenerati, trasformati, si caratterizzano da storie uniche nel loro genere e acquisiscono ancora più valore, materiale e immateriale. Un valore che è meritevole di essere fatto proprio dalle persone in base alle singole esigenze, di essere condiviso, rispettato e protetto in modo personale.

Don't Waste

Don’t Waste. The origins

Don’t Waste, progetto di natura e con un obiettivo fortemente sostenibile, vintage, nasce circa sette mesi prima dell’apertura del suo store in Ripa di Porta Ticinese 117, avvenuto a marzo 2022. Prima di questa apertura, i due ideatori e realizzatori del progetto – Dino Longo Sabanovic e Caro Boeta, di rispettivamente 30 e 29 anni – hanno dedicato il loro entusiasmo, la loro speranza, il loro impegno e le loro idee in un periodo di tentativi, approssimazioni e fallimenti. Fino ad arrivare al loro piccolo, grande successo. Il loro negozio, destinato a diventare un vero e proprio concept store dove conoscere persone, leggere, lavorare, e non solo, è quindi “semplicemente” un’espressione compiuta e materiale dei principi alla base del progetto.

É veramente importante considerare che Don’t Waste prima di essere un negozio è un progetto. É soprattutto un progetto, che un negozio. E che i ragazzi che ci lavorano, che sono proprio gli autori di Don’t Waste, desiderano in primo luogo vendere un’idea, un possibile nuovo senso da dare ai propri acquisti, quindi anche alla propria vita. D’altro canto, ovviamente, il loro augurio è sempre stato ed è anche quello di vendere i capi, ma esclusivamente per riuscire, sempre di più e ancora meglio, a portare avanti il proprio intento ideologico. Lo spazio fisico, ristretto, accogliente e affascinante, accoglie quotidianamente cittadini e visitatori che non necessariamente desiderano acquistare nuovi capi o accessori, ma che si sentono incuriositi di scoprire – con calma e rispetto – il senso, il ruolo e lo scopo del vintage, già esistenti e importanti, ma che potrebbero essere intensificati, migliorati e diffusi ulteriormente.

Dino – regista e artista dalle mille risorse creative – e Caro – direttrice artistica appassionata di moda e storie, anche lei un vulcano di idee -, due ragazzi che ho avuto l’immenso piacere di conoscere, che mi hanno illuminata e incuriosita, si sono conosciuti circa due anni fa, non per coincidenza o per caso, ma perché Caro aveva bisogno delle risorse e del talento di Dino per portare a termine un suo cortometraggio. Dopo alcuni imprevisti – che non mancano mai – Dino e Caro si sono incontrati, provando fin da subito una positiva sensazione di intesa e di comprensione reciproca, che li ha portati a volersi aprire molto – anche esprimendo la loro parte più intima e i loro progetti più inediti – in poco tempo. Ed è stato proprio raccontandosi, che Dino e Caro hanno compreso di avere molti aspetti in comune e allo stesso tempo di potersi completare a vicenda con ciò che a ognuno mancava. Le loro storie, fatte di sacrifici per riuscire ad esprimere al meglio la propria genialità senza snaturarsi, si sono specchiate, semplicemente. Una serie di coincidenze e momenti di conoscenza approfondita li ha portati a realizzare che potevano rendere migliore la vita dell’altro, come amici importanti, ma anche che potevano collaborare nella creazione di quello che prima era solo l’abbozzo di un progetto personale di Dino, ma che poi è diventata una realtà di forte orgoglio e di definizione dell’esistenza di entrambi. Questa coppia, che pensa e agisce sulla stessa linea d’onda, e che sembra una persona unica che da esattamente 59 anni cerca di conoscersi e migliorare, impronta la propria vita personale e lavorativa in termini sostenibili, con una forte predisposizione per il vintage, per la new-age più attenta all’ambiente. Una nuova era che non vedranno mai, ma di cui si fanno forti promotori e agenti, contrastando tutte le pratiche di green washing con la promozione della massima trasparenza di informazioni circa la provenienza dei tessuti, l’origine dei capi e degli accessori. Sensibilizzando le persone alla bellezza e all’utilità del vintage.

Don't Waste

Don’t Waste objects and life

La vetrina del negozio Don’t Waste di Milano riporta alcuni messaggi molto chiari, diretti al pubblico che passa, per caso o per scelta, davanti al negozio. E poi c’è un’email fantasiosamente inviata alla “Dear Mother Earth”, alla Cara Madre Terra, la quale descrive brevemente la degenerazione delle foreste e degli oceani a causa delle azioni negative dell’uomo e che termina con una frase cardine, importantissima: “We must act now. Not later” (dobbiamo agire ora, non poi). Questa affermazione così forte si rivolge in tono imperativo, con un obiettivo generativo positivo, all’intera umanità, composta non dagli altri, che puntualmente percepiamo diversi e lontani da noi, ma anche e soprattutto per noi, da noi. Ed è questa la responsabilità che dobbiamo sentire profondamente e che Dino e Caro vogliono condividere con il loro progetto: nella propria vita si può agire in maniera sostenibile in modi diversi, in diversi ambiti, da quello alimentare, a quello dei trasporti, passando per quello, appunto, dell’abbigliamento. E lo si deve fare ora, perché siamo già in ritardo. Il vintage è un modo per farlo. Esso si basa sulla vendita e l’acquisto di capi d’abbigliamento già utilizzati, ma rigenerati, che portano il segno, le tracce di storie passate, che valgono sempre la pena di essere conosciute e in alcuni casi di essere fatte proprie, di essere portate avanti, a loro volta raccontate, di essere personalizzate. Sempre e per sempre con rispetto. Semplicemente indossandoli.

Caro, in particolar modo, si dedica con cura e tempo al racconto delle storie dei capi – unici nel loro genere, immensamente belli nella loro imperfezione – ai clienti, che prima di procedere all’acquisto decidono di metterci sia il cuore che la mente nell’ascolto dei racconti, per decidere il pezzo più adatto a sé sia esteticamente che emotivamente o simbolicamente. Ed è proprio questa la grande caratteristica che differenzia Don’t Waste da altri negozi vintage: l’attenzione per le storie dei capi, che sono infinitamente interessanti, perché raccontano di qualcosa che proviene da molteplici e differenti contesti, da diverse epoche, da persone disparate. Certo, sono capi che vengono sistemati e in alcuni casi addirittura creati ad hoc da vecchi tessuti, ma che comunque non possono essere definiti nuovi, completamente o in parte, anche se raccontano qualcosa di nuovo. Il nome Don’t Waste, che in italiano si traduce con “non sprecare”, esprime l’idea che è importante dare valore a ogni singolo capo, perché anche se non lo indossiamo più, può piacere a qualcun altro, soprattutto perché è espressione di una storia. Ma anche, e in senso più generale, che è di fondamentale importanza evitare di sprecare qualsiasi tipo di risorsa, rimanendo superficiali e perdendo lo sguardo ampio e responsabile sulla realtà.

Ogni camicia, ogni maglione esposti nello store raccontano qualcosa di qualcuno. Raccontano qualcosa di ciò che è stato e che ha portato al presente. Ed è bellissimo. Ciò che, invece, io, voi, noi, possiamo fare con questi capi, con le loro storie, ci permette di contribuire al miglioramento del presente e del futuro. Per arrivare a rivolgerci alla Madre Terra con orgoglio e contentezza dell’impegno messo nella sua cura, in un’ipotetica email sicuramente più positiva di quella presente, attualmente, in vetrina. Messa prima di tutto, davanti. Impossibile da non vedere.

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Scritto da: Alice Fusari


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