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Pane per la Pace, un’idea brillante e utile

today31/03/2022 83

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Cosa evoca l’idea del pane? Il buon gusto, l’arte, la natura e la solidarietà. Il panettiere Matteo Cunsolo ci spiega come il pane abbia aiutato l’Ucraina

È difficile pensare come il pane possa avere un impatto positivo, possa attuare anche solo un piccolo cambiamento, in una guerra. Eppure, è stato così. Matteo Cunsolo – il titolare de “La Panetteria” di Parabiago in provincia di Milano – ha avuto un’idea originale, sull’onda delle iniziative di tante persone che si sono mosse per aiutare chi si trova nei territori colpiti dal conflitto. Ha colorato del pane in cassetta con i colori della bandiera ucraina, scrivendo sui bordi la scritta “Peace”, segno indelebile di vicinanza e supporto al popolo ucraino. Tutti i soldi raccolti dalla vendita del pane sono stati devoluti in sostegno della popolazione ucraina in difficoltà. Ma non solo, ciò che ha seguito questa idea incentrata sul pane, ha qualcosa di veramente significativo e d’esempio.

Il forte stimolo seguito da una grande risposta

Pane

Matteo Cunsolo ci ha raccontato come, a stimolarlo a fare del bene con quello che di più caro ha e meglio conosce, il pane, è stata un’immagine. La sua confessione rende evidente come anche una fotografia, una canzone, un’idea fuggente, le cose più piccole, possano fungere da stimoli potenti per fare cose grandi. Perchè questo è un grande contributo.

Un giorno, seguendo un servizio in televisione che mandava in onda le immagini vivide della situazione al confine con la Polonia, venne colpito dalle parole dall’inviato sul posto. Quest’ultimo affermava che i primi aiuti offerti a mamme e bambini che attraversavano il confine erano qualcosa di caldo da bere e un pezzo di pane. La bevanda calda e un po’ di pane evocano subito l’immagine di un luogo fisico o psicologico confortevole e protetto dai pericoli, ovviamente non esistente in quella circostanza. Allora, sentendo la parola “pane” Matteo ha pensato immediatamente di poter fare qualcosa con il bene di prima necessità che conosce perfettamente. Essendo lui socio del Lions Club “Giuseppe Maggiolini” di Parabiago – organizzazione di volontari operanti in tutto il mondo – si fece subito collaboratore della raccolta fondi già in atto dall’ente con la vendita del suo pane speciale e il devolvere dei soldi raccolti all’organizzazione e poi, automaticamente, al popolo ucraino.

I clienti hanno reagito positivamente e prontamente, e lo possono continuare a fare tutt’ora, perché l’iniziativa non è finita. Il pane per la Pace è ancora in vendita. Una cliente ha addirittura lanciato una challenge chiamata “Il pane in cassetta” che trasformava il pane per la pace in un toast con farcitura, in modo tale da diffondere ulteriormente il messaggio positivo, anche con un po’ di leggerezza e divertimento. Le critiche non sono mancate, a cui Matteo ha però reagito comunque positivamente perché sicuro di ciò che stava facendo.

Dopo l’ideazione e la realizzazione del pane per la Pace

Matteo Cunsolo è anche Segretario Nazionale di Richemont Club Italia – club di panificatori – e, con l’aiuto dei suoi soci ha lanciato anche una raccolta di biscotti, pensata appositamente per i bambini che, ovviamente, avrebbero apprezzato anche del semplice pane, ma che allo stesso tempo si meritavano una gioia più grande. I biscotti arrivati a Matteo provenivano da mezza Italia e furono tantissimi, più di sei quintali. Allo stesso tempo, nel negozio di Matteo moltissime persone portarono alimenti, medicinali e addirittura capi d’abbigliamento per dare il loro contributo e aiutare soprattutto i più piccoli. Chiaro e bellissimo segnale di come in molti si sentivano di dover fare qualcosa.

Una volta recuperato tutto il materiale Matteo si è messo all’opera per organizzare il viaggio. Sì, perché con altri quattro ragazzi muniti di coraggio e forza di volontà, si è occupato personalmente di portare i beni raccolti al confine con la Polonia e anche leggermente oltre, in un magazzino in Ucraina, in sicurezza e con i supporti locali giusti. E ha scaricato tutto ciò che aveva raccolto in tre località diverse del posto. L’esperienza è stata ovviamente molto forte, ma per lui molto gratificante. Infatti, è anche riuscito a portare in Italia, con il suo furgone, quattro persone che dovevano raggiungere il paese, tra cui una donna di 73 anni recuperata al centro di rifugiati sul confine.

Oltre ad aver raccolto una quantità di soldi, comunque di sostegno per il popolo ucraino, e ad essere andato fisicamente a portare prodotti mancanti, Matteo ha imparato una lezione importante che vuole condividere: siamo piccole gocce in un grande mare, le nostre azioni non possono portare a grandi cambiamenti, ma passo dopo passo, insieme, la differenza la si può sicuramente fare. Ci vuole veramente poco per regalare un sorriso ed essere positivamente contagiosi. Condivide con noi: “siamo delle formiche, ma tutte le formiche messe insieme spostano un elefante”. Il pane ha una forza incredibile, perché è in grado di unire popoli con culture diverse e di riportare tutti a ragionare sulla semplicità delle materie prime e dell’essere umano, che accomuna ogni esistenza.

Matteo non è sicuramente l’unico ad aver messo in piedi un’iniziativa solidale per il popolo ucraino. Fortunatamente è uno dei tanti della nostra città, che si fa sentire sempre viva e pronta a reagire ai cambiamenti, positivi o negativi che siano; la sua idea colpisce perché è riuscita ad unire il cibo ad una presa di coscienza molto significativa, un concetto leggero e piacevole come il pane ad una situazione così difficile e di ampia portata, agendo in prima persona affinché il piccolo cambiamento auspicato avvenisse. È stata un’iniziativa che ha reso i cittadini di Milano ancora più fieri della città in cui vivono, questo è poco, ma sicuro. E raccontare altre iniziative di questo tipo è per noi una priorità, affinché ad azioni positive seguano altre azioni positive. Per questo, se conosci qualche bella e stimolante realtà da raccontarci, scrivi a [email protected]. Perché Milano ha sempre bisogno di essere scoperta, soprattutto attraverso il racconto di ciò che di bello offre.

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Scritto da: Alice Fusari


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