Tra inflazione, conflitti mondiali e climate change i rincari ai danni degli under 40 hanno toccato livelli da capogiro. Nel 2023 impensabile risparmiare
Ricordate il noto slogan Milano da bere, ideato nel 1985 da Marco Mignani per la réclame televisiva dell’Amaro Ramazzotti, indice di una Milano ricca, sfarzosa, operosa e gaudente?
Erano gli anni in cui la città meneghina, motore economico del Paese, si contendeva con Parigi il titolo di capitale mondiale della moda, diventando da lì a poco regina indiscussa dell’editoria, della pubblicità, nonché set di tante produzioni cinematografiche e musicali.
Queste forme di comunicazione, con la loro potenza incisiva, hanno contribuito a diffondere l’immagine di una metropoli creativa, all’avanguardia, consumista e sempre in movimento, nella quale si poteva fare carriera e soprattutto guadagnare.
Ecco, quella Milano non esiste più, o meglio, non è più come siamo abituati a conoscerla nella cultura di massa. Oggi la Milano da bere è quella che fa la fila alla mensa della Caritas e che, da bere, si può permettere soltanto l’acqua.
E’ tutto quello che posso permettermi, fino al prossimo stipendio. Ecco un possibile incipit di conversazione con chi, ad oggi, è maggiormente colpito dai rincari nel costo della vita in città: gli under 40.
Tra precariato, affitti alle stelle e mutui da pagare, gli under 40 non hanno vita facile a Milano: l’unica possibilità rimasta è quella di contenere i danni, barcamenandosi tra i costi sempre più esorbitanti.
All’orizzonte, però, soltanto negatività: un futuro sempre più incerto e, soprattutto, il mancato intervento da parte delle istituzioni, lontane dalle cittadinanza.
Under 40 in difficoltà economiche
Per gli under 40 il caro vita ha raggiunto livelli insostenibili: i più colpiti, con poca fantasia, i cittadini milanesi, residenti loro malgrado in una delle città più care d’Italia.
Il movimento Adesso!lanciato da Tomaso Greco – co-fondatore di Bookabook – ha condotto un sondaggio tramite Instagram coinvolgendo oltre 600 giovani lombardi, di età compresa tra 20 e 40 anni: l’analisi dei risultati ottenuti mostra una realtà fatta di sacrifici, rinunce e gravi difficoltà economiche.
Solo il 18% degli under 40, infatti, ha dichiarato di riuscire a risparmiare almeno 200 euro al mese. Per il 21% rimanente i risparmi vanno da pochi euro fino a 200 euro.
La gravità di questa tendenza sta però nel fatto che, per la maggior parte degli under 40 raggiunti tramite sondaggio, le spese più ingenti da affrontare non sono quelle riguardanti tempo libero e divertimento, bensì sopravvivenza, o poco di più.
Il costo della vita nel capoluogo lombardo è talmente cresciuto che il 62% dei suoi residenti under 40 spende addirittura più di quanto guadagna.
Impossibile risparmiare, anzi: con il carrello della spesa sempre più oneroso, si è costretti ad attingere ai propri risparmi, nonché a chiedere supporto alle famiglie quando possibile.
Nel peggiore dei casi, si arriva alla richiesta di credito agli istituti bancari, che di certo con i rispettivi tassi, specialmente se variabili e quindi legati all’andamento del mercato, non aiutano quanti, fra gli under 40, magari con famiglia e figli, devono sobbarcarsi ingenti spese mensili.
In quest’ultimo caso, una volta tolte le spese vive, rimane davvero poco del proprio stipendio che peraltro, stando ai dati OCSE, in Italia è addirittura diminuito tra il 1990 e il 2020.
Oggi avere un impiego non rappresenta più un punto di arrivo, bensì di partenza: molti under 40 sono costretti ad accettare contemporaneamente più impieghi per cercare di ammortizzare i costi esorbitanti della vita, spesso finendo per ignorare i propri diritti fondamentali in quanto lavoratori.
Di conseguenza, anche la categoria dei cosiddetti working poor tra gli under 40 è aumentata.
Cara Milano, quanto mi costi?
Milano è la città cosmopolita per eccellenza: lavoro, benessere, servizi, possibilità di studio e d’impresa, almeno sulla carta, di certo non mancano. Il problema, però, arriva quando si scopre che qui è sempre più difficile vivere.
Scegliere di vivere a Milano per un under 40, più che rappresentare un atto di svolta, professionale prima ancora che personale, è una vera e propria sfida. Una sfida perennemente al rialzo.
Tutto qui è caro, anzi carissimo – dagli affitti al caffè al bar – e di mese in mese i prezzi continuano a salire. Questa tendenza sta annientando proprio gli under 40, magari arrivati anche da fuori regione alla ricerca di migliori opportunità proprio nel capoluogo lombardo.
Colpa del caro energia, dicono. Anche se i più attenti osservatori notano che, in realtà, la parabola ascendente del costo della vita a Milano è iniziata da almeno un decennio.
Stando ai dati ISTAT, nell’ultimo anno i costi da affrontare per gli under 40 per vivere a Milano sono cresciuti più del doppio della media nazionale (+4,6% contro il +2,1%).
Lo stesso vale per le spese sanitarie (+3% contro il +1,6%) e per quelle riguardanti i servizi ricettivi e di ristorazione (+8,9% contro il +6,8%).
Questi numeri raccontano una città che non riesce più a fare quello che ha sempre fatto: consentire ai più giovani di costruire qui il proprio futuro – commenta Tomaso Greco.
Milano ha sempre chiesto tanto a chi arrivava qua per studiare e lavorare, ma poi restituiva anche molto. Oggi, invece, ha il peggiore rapporto affitti/stipendi d’Europa, considerando le grandi metropoli.
E se non risparmi non potrai mai pensare di comprare case e di costruirti una famiglia.
Intervento della politica richiesto a gran voce
Come rimediare a questa tendenza? Questo l’interrogativo posto dagli under 40 alla classe politica.
Tornare a essere un Paese che punta davvero sulle energie delle nuove generazioni è l’unica via d’uscita dalla tragicità denunciata da tempo dagli under 40.
Per riuscire in questo, servono politiche di lungo respiro e, soprattutto, investimenti massicci sui giovani, colonna portante del futuro italiano.
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