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Arte

Giorgio Morandi ritorna a Milano

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A Palazzo Reale è possibile visitare una delle più importanti e complete retrospettive sul pittore bolognese Giorgio Morandi realizzate negli ultimi decenni

Dal 5 ottobre fino al 4 febbraio 2024 al Piano Nobile di Palazzo Reale apre al pubblico la mostra Morandi 1890 – 1964, ideata e curata da Maria Cristina Bandera, promossa da Comune di Milano prodotta da Palazzo Reale, Civita Mostre e Musei e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, in collaborazione con Settore Musei Civici Bologna e realizzata grazie a Gruppo Unipol, main sponsor, e Bper banca, sponsor di mostra.

Morandi
Natura morta di Giorgio Morandi

Morandi a Milano dopo trent’anni

A distanza di più di trent’anni dall’ultima rassegna, Milano dedica una grande mostra a Palazzo Reale a Giorgio Morandi per celebrare il rapporto elettivo tra la città e il pittore bolognese. Erano lombardi o vivevano a Milano i primi grandi collezionisti di Morandi come Vitali, Feroldi, Scheiwiller, Valdameri, De Angeli, Jesi, Jucker, Boschi Di Stefano, Vismara – parte delle cui raccolte furono donate alla città – e milanese era la Galleria del Milione, con la quale il pittore intrattenne un rapporto privilegiato.

Morandi 1890-1964, ideata e curata da Maria Cristina Bandera, per estensione e qualità delle opere è tra le più importanti e complete retrospettive sul pittore bolognese realizzate negli ultimi decenni, in continuità con il consolidato apprezzamento della sua opera in prestigiose sedi internazionali, dal Metropolitan Museum di New York (2008), al Pushkin di Mosca (2017), al Guggenheim di Bilbao (2019).

Le opere di Morandi in mostra

Un corpus espositivo di circa centoventi opere ripercorre l’intera opera dell’artista bolognese – cinquant’anni di attività, dal 1913 al 1963 – attraverso prestiti eccezionali da importanti istituzioni pubbliche e da prestigiose collezioni private, a partire da quelli del Museo Morandi e delle raccolte milanesi. Tra i prestiti internazionali, i Musei Vaticani, il Musée Jenisch di Vevey e le collezioni pubbliche di Winterthur e Siegen, città dove Morandi espose ancora in vita nel 1957 e nel 1962, ricevendo dalla città tedesca il prestigioso Rubenspreis.

Tra i prestiti di enti pubblici, la Camera dei Deputati, l’Eni, Telecom e Rai.

Morandi
Opere di Giorgio Morandi in mostra a Palazzo Reale

Morandi: il percorso espositivo

Il percorso espositivo segue un criterio cronologico con accostamenti mirati e inediti che documentano l’evoluzione stilistica e il modus operandi del pittore, nella variazione dei temi prescelti – natura morta, paesaggio, fiori e solo raramente figure – e delle tecniche – pittura, acquaforte e acquerello.

A metà percorso si trova una suggestiva installazione video, realizzata in collaborazione con il Museo Morandi del Settore Musei Civici Bologna, che ripropone al visitatore la camera-studio di Via Fondazza a Bologna, oggi museo, dove Morandi visse e lavorò fino ai suoi ultimi giorni, accompagnata da frammenti audio di un’incisiva radio-intervista al pittore di Peppino Mangravite, insegnante alla Columbia University (1955).

Il percorso si suddivide in trentaquattro sezioni che documentano il primo contatto con le avanguardie, tra cézannismo, cubismo e futurismo (1913-1918, sezioni 1-3), il personale accostamento alla metafisica (1918-1919, sezione 4), il ritorno al reale e alla tradizione (1919-1920, sezioni 5-6), le sperimentazioni degli anni ’20 (1921-1929, sezioni 7-10), l’incisione e la conquista della pittura tonale (1928-1929, sezione 11), la maturazione di un linguaggio tra senso costruttivo e tonale e la variazione dei temi negli anni ’30 (1932-1939, sezione 12), negli anni ’40 (1940-1949, sezione 13- 20) e negli anni ’50, in direzione di una progressiva semplificazione (1950-1959, sezioni 21-28), l’acquerello (1956-1963, sezione 29). Infine, la tensione tra astrazione e realtà negli anni conclusivi (1960-1963, sezioni 30-34), in cui è toccata l’essenza della realtà, la sostanza di una ricerca durata tutta una vita.

Il catalogo “Giorgio Morandi”, edito da 24 Ore Cultura, è corredato da un ampio saggio di Maria Cristina Bandera dal titolo significativo “Morandi ieri e oggi”, seguito da importanti saggi di altri studiosi incentrati sulla cospicua rete di relazioni del pittore con storici dell’arte e collezionisti, con un focus sulle vicende collezionistiche, sull’acquaforte e sulla fortuna iconografica nel cinema.

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Scritto da: Tommaso Canziani


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