Conosciamo insieme le Malescimmie, un gruppo che suona alternative rock, a cui piace portare in musica il proprio vissuto personale, con una predilezione per l’indagine e l’espressione delle difficoltà emotive e sociali
Tutti nati e cresciuti nell’immediato hinterland di Milano.
Sono loro i protagonisti di questa nostra avventura, i soggetti di questo articolo e i compagni delle nostre prossime giornate.
Davide – batterista – dopo aver vissuto a Londra per 9 anni, torna a Milano e decide di riformare la band di cui faceva parte da adolescente, insieme ad Angelo e ad Andrea, i quali coinvolgono Michele, loro compagno in una precedente band.
Sul finire del 2019 nascono così le Malescimmieche, dopo una breve fase creativa di stesura inediti, a causa della quarantena, si dedicano a piccole cover suonate ciascuno da casa propria, poi pubblicate su YouTube.
La vera attività della band inizia alla fine del 2021: un progetto che ad oggi conta 18 brani inediti e varie esibizioni nei locali di Milano e dintorni.
Da dove viene il nome Malescimmie?
«Il nome Malescimmie prende vita da un po’ di pezzi della nostra storia passata da musicisti. La nostra prima band si chiamava Bad and breakfast e comprendeva tre di noi… da quel bad, che in italiano significa “male”, abbiamo ereditato la prima parte del nome. Scimmie perché ci piaceva l’idea di mettere un animale nel nome e abbiamo semplicemente optato per le scimmie».
Come scegliete i titoli delle vostre canzoni?
«Di solito è una parola della canzone e spesso ci piace tenere solo una parola, al punto che alle volte è capitato di avere un titolo magari di tre o quattro parole e restringerlo a una soltanto. Ad esempio Perdere si intitolava Qualcuno deve perdere».
Dove vi esibite di solito?
«Solitamente ci esibiamo in sala prove, poi in realtà siamo live in altri locali di Milano. Abbiamo suonato più volte allo Spank, per esempio. Al momento abbiamo due live imminenti: il primo al “Rock’N’Roll club” di Rho, il 23 maggio, e il secondo il 6 giugno a Trezzano, in occasione della birreficenza 2024. Ovviamente saremo sempre impegnati a registrare nuove canzoni».
Qual è il rapporto tra Milano e la vostra musica?
«Noi viviamo a Milano, le nostre canzoni parlano di esperienze personali che viviamo quotidianamente, spesso anche legate a questa città. Fa parte di noi e della nostra musica».
Qual è stata la soddisfazione più grande che le Malescimmie hanno avuto?
«La soddisfazione più grande è sempre la stessa: salire sul palco e vedere il nostro pubblico che canta e balla. Guardare dall’alto al basso le persone cantare e ballare è una grande soddisfazione».
Qual è il ricordo più bizzarro che avete?
«È una cosa che capita in modo ricorrente in questa band, quindi non è proprio un ricordo: noi amiamo trovarci a mangiare insieme prima delle prove, ma il nostro batterista non può presenziare mai perché sempre impegnato a mangiare del branzino».
Qual è l’ultima canzone uscita e di che cosa parla?
«È Caramelle, uscita una settimana fa. Non parla di una cosa in particolare, ma racchiude una serie di pensieri legati a situazioni personali. Fondamentalmente il gioco di flirt con una persona, l’attrazione, il cercarsi e il rincorrersi».
Il vostro valore imprescindibile?
«Il patto fra noi quattro è da sempre quello di bilanciare l’impegno musicale in modo da non farlo diventare tossico. Abbiamo tutti un lavoro al di fuori della band e vite da mandare avanti, e la nostra musica deve essere un posto sicuro in cui stare bene, non un fuoco pronto a fagocitare tutte le nostre attenzioni e le nostre energie.
Questo, se da un lato ci “rallenta” nelle pubblicazioni, dall’altro ci consente di dedicare attenzione a quegli aspetti dell’essere band che per noi hanno davvero valore, come prendersi il giusto tempo per la scrittura dei testi, o per la particolare metodologia di arrangiamento dei brani, che avviene sempre rigorosamente di persona, in sala prove, con tutti presenti, per favorire una maggiore coesione tra le parti e un impasto musicale naturale. Il mixing e il mastering, invece, sono affidati esternamente a Larsen Premoli di RecLab Studios».
Devo ascoltare le Malescimmie perché?
«Non sei obbligato ad ascoltarci, ma dovresti perché siamo persone semplici, suoniamo tutto quello che ci riguarda e vi riguarda. Facciamo quello che ci va di fare, senza troppi fronzoli e senza pensare al mercato. Facciamo musica secondo noi interessante, divertente e rock».
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