Dal 1° marzo all’8 settembre 2024, il Mudec di Milano presenta la mostra “Exposure. Arte, culture, moda dentro e fuori la vetrina”, un’esplorazione interdisciplinare del ruolo della vetrina nel museo e nella società
Per anni, il monito “guardare e non toccare” ha risuonato nelle sale dei musei come un imperativo volto alla salvaguardia degli oggetti esposti. La vetrina è così divenuta un elemento iconico delle esposizioni museali tradizionali, separando il pubblico dalle opere e conferendo loro un’aura di unicità.”Exposure” sfida questa concezione tradizionale, invitando il pubblico a riflettere su cosa significa “mettere in mostra”. Attraverso un percorso articolato, la mostra esplora le diverse sfumature del concetto di vetrina, analizzando il suo ruolo non solo come strumento di protezione, ma anche come dispositivo di mediazione e di costruzione del significato.
Oltre l’apparenza
La mostra è il risultato di una curatela collettiva che coinvolge diverse figure professionali, inclusi conservatori e curatori del MUDEC, oltre a collaborazioni esterne con il Getty Conservation Institute. Questa pluralità di prospettive contribuisce a creare un’esperienza espositiva ricca e multidimensionale. L’obiettivo della mostra è quello di esplorare il concetto di esposizione attraverso una varietà di opere d’arte e oggetti provenienti dalle collezioni del Mudec. Le vetrine non sono semplici contenitori, ma assumono un ruolo attivo nella narrazione delle storie culturali e artistiche che racchiudono.
Agorà: l’installazione di Mariana Castillo Deball
L’Agorà, lo spazio centrale del MUDEC, ospita l’installazione site-specific di Mariana Castillo Deball “Luce dietro tracce incompiute“. Sette sculture tessili, ispirate alle collezioni del museo e al tema del frammento, fluttuano lungo il perimetro ricurvo della grande sala, creando una situazione ribaltata in cui il pubblico si trova “in vetrina”. Questa opera rappresenta un punto focale della mostra, offrendo al pubblico un’esperienza immersiva e riflessiva sul concetto di esposizione.
Sale Focus: un doppio sguardo
La prima sala delle Sale Focus presenta un allestimento storico di vetrine, ripercorrendo l’evoluzione di questo dispositivo espositivo dagli esordi ai giorni nostri. Oggetti di diversa natura, provenienti da culture e epoche differenti, dialogano tra loro, mostrando come la vetrina abbia contribuito a costruire l’idea stessa di museo.
La seconda sala è dedicata ad opere d’arte contemporanea che interrogano la funzione della vetrina e il suo ruolo nel decontestualizzare gli oggetti. Attraverso lavori di artisti come Mark Dion, Sam Durant e Damien Hirst, il pubblico è invitato a riflettere sul rapporto tra oggetto e contesto, e sul potere che la vetrina ha di influenzare la nostra percezione del valore.
Collezione Permanente: il dialogo con Theo Eshetu
Nel contesto della Collezione Permanente del MUDEC, l’artista Theo Eshetu presenta un intervento sorprendente e iconoclastico con la sua installazione “Crocodile on a Ceiling”. Rompendo gli schemi convenzionali, Eshetu introduce un’inversione di prospettiva attraverso l’esposizione di alcuni oggetti capovolti e sospesi al soffitto delle vetrine museali.
Questa “inversione di sguardo” proposta dall’artista non solo destabilizza le categorie consolidate, ma apre anche nuovi spazi di riflessione per il pubblico. L’invito a guardare il mondo da una prospettiva insolita sfida le nostre percezioni predefinite, stimolando una profonda riflessione sulle nostre stesse concezioni di realtà e verità. Attraverso la sua installazione, Theo Eshetu offre una nuova prospettiva, trasformando lo spazio museale in un luogo di incontro tra passato e presente, tradizione e innovazione. “Crocodile on a Ceiling” si configura così come un’esplorazione audace e stimolante dei confini dell’arte e della percezione umana.
Alla ricerca dell’essenza
Monia Ben Hamouda esplora la trasformazione degli oggetti in opere d’arte, concentrandosi sull’archetipo dell’opera pubblica o istituzionale. Attraverso la sua produzione, inserisce oggetti trasformati in contesti museali, come una targa pubblica illuminata da un neon, riflettendo sulle loro possibili vittimizzazioni nel contesto del movimento Black Lives Matter. Il suo impegno nel riportare queste opere nel contesto pubblico evidenzia i musei come luoghi di dialogo e confronto. Monia evidenzia il potere dei frammenti nel raccontare una storia e trasmettere un significato, dimostrando che qualcosa può acquisire importanza anche dopo essere stato danneggiato o distrutto.
Oltre la mostra: un palinsesto di eventi
“Exposure” non si limita allo spazio fisico del museo, ma si estende con un ricco palinsesto di eventi, incontri, workshop, podcast e talk. Direttori di musei, docenti, artisti e professionisti di fama internazionale approfondiranno il tema della vetrina da diverse angolature, interrogandosi su questioni etiche, postcoloniali e filosofiche legate al patrimonio culturale.
Una mostra necessaria
“Exposure” è una mostra necessaria che offre spunti di riflessione su questioni di grande attualità. Un’occasione per interrogarci sul ruolo del museo nella società contemporanea e sul nostro rapporto con le diverse culture del mondo. Attraverso opere d’arte, vetrine e installazioni multimediali, invita il pubblico a guardare oltre le tradizionali concezioni del museo, aprendo nuove prospettive e stimolando discussioni significative sulla nostra eredità culturale e il nostro rapporto con il passato e il presente.
Per ulteriori informazioni e prenotazioni, si può visitare il sito ufficiale del Mudec: mudec.it
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